Dall'altra parte del cancello
Film documentario
Dall'altra parte del cancello è il titolo di un documentario prodotto e realizzato da Simone Cristicchi, per la regia di Alberto Puliafito. Il titolo si rifà a un monologo teatrale di Giorgio Gaber contenuto nello spettacolo Far finta di essere sani (1973).
L'opera rappresenta un vero e proprio diario di viaggio del quale Cristicchi è narratore ed attore, viaggio che lo porta a visitare in prima persona diverse ex strutture manicomiali del nostro Paese, da Roma a Genova. Per la prima volta, a raccontare la sconosciuta tragedia di queste istituzioni dimenticate, sono coloro che dell'istituzione sono stati vittime incolpevoli: "i malati di mente". Attraverso i loro sguardi, le parole biascicate, i loro lucidissimi ricordi di dolore, emerge un ritratto terribile di vite dimenticate e di torture legalizzate, le une e le altre troppo spesso ignorate.
Vengono poi intervistati da Cristicchi anche psichiatri, psicologi, infermieri, nonche' alcuni artisti come Morgan, Caparezza, Niccolò Fabi, Samuele Bersani, che danno una propria definizione della "mattìa". Particolarmente intense le interviste ad Ascanio Celestini, anch'egli impegnato con diversi lavori teatrali e letterari a raccontare l'istituzione manicomiale, e la poetessa Alda Merini, rinchiusa in manicomio per più di dieci anni.
Dall'altra parte del cancello
Le mie impronte digitali
prese in manicomio
hanno perseguitato le mie mani
come un rantolo che salisse la vena della vita,
quelle impronte digitali dannate
sono state registrate nel cielo
e vibrano insieme
ahimè
alle stelle dell'Orsa maggiore.
Alda Merini
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