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Cinema e lavoro
Mobbing (Mi piace lavorare)
Mobbing-Mi piace lavorare è il primo film che affronta il tema del mobbing, termine che sta a indicare un atteggiamento di persecuzione, di isolamento e di violenza psicologica cui un lavoratore viene sottoposto nell'ambiente di lavoro, in modo da costringerlo a licenziarsi.Il film è basato sui racconti di una quindicina di lavoratori mobizzati, che cioè hanno subito in prima persona l'esperienza del mobbing. La regista ha scritto la sceneggiatura basandosi su fatti realmente accaduti, raccolti in collaborazione con lo sportello anti-mobbing della CGIL, e sui racconti riportati in un documentario di ritratti girato da lei stessa in precedenza.Eccezion fatta per Nicoletta Braschi, il film è interamente recitato da attori non professionisti. La pratica del mobbing è spesso condotta con il fine di indurre la vittima ad abbandonare da sé il lavoro, senza quindi ricorrere al licenziamento (che potrebbe causare imbarazzo all'azienda o all'ente) o per ritorsione a seguito di comportamenti non condivisi (ad esempio, denuncia ai superiori o all'esterno di irregolarità sul posto di lavoro), o per il rifiuto della vittima di sottostare a proposte o richieste immorali (sessuali, di eseguire operazioni contrarie a divieti deontologici o etici, etc.) o illegali, molto in uso e più facilmente praticabile negli enti pubblici (comune-regione-provincia)puo avvenire per mancato allineamento politico, per aver ostacolato qualche pratica di dubbia provenienza finalizzata ad interessi specifici e non della collettività etc...il mobbing in questi luoghi si esprime anche in termini economici esentando il perseguito da qualsiasi forma di incentivo.
Rosetta
Rosetta in Belgio è diventato un simbolo della disoccupazione, alcune città le hanno dedicato statue a simboleggiare la lotta contro il lavoro precario e la disoccupazione giovanile. Nelle manifestazioni sindacali, nell'anno del film, si urlava "Siamo tutti Rosetta". Palma d'0r0 al festival di Cannes 1999
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