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domenica 7 novembre 2010

film sull'immigrazione_razzismo

Lettere dal Sahara

Vittorio De Seta

Assane (Djbril Kebe), uno studente universitario senegalese, si vede costretto ad abbandonare gli studi e a emigrare in cerca di lavoro. Poiché alcuni suoi amici l'hanno preceduto in Italia, decide di partire alla volta del nostro Paese. Fa naufragio a Lampedusa e di lì passa nelle regioni del Mezzogiorno, dove, essendo clandestino, trova solo occupazioni in nero. Arriva poi a Firenze da una cugina e infine si stabilisce a Torino, ottenendo il sudato permesso di soggiorno e trovando lavoro come operaio. Quando crede di aver finalmente raggiunto una situazione stabile, rimane vittima di un agguato razzista che fa crollare in lui ogni residua speranza di integrazione. Il film, presentato come evento speciale alla Mostra del Cinema di Venezia 2006, è stato realizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le attività culturali.

Lettera dal Sahara



La Straniera
Marco Turco
Il film narra la storia d’amore tra un architetto arabo, Naghib, perfettamente integrato e una sua connazionale, Amina, costretta a prostituirsi perché sola e clandestina in Italia (film che nessun distributore ha avuto il coraggio di portare in sala). Con la regia di Marco Turco la storia è stata tratta dall'omonimo libro di Younis Tawfik.
Il film evidenzia in qualche modo, la banalità del male, l'indifferenza di polizia, volontari delle associazioni che si occupano dei Cie (lager di stato), tutti intenti a dire, come dicevano i nazisti per le deportazioni di altri esseri umani, che si trattava soltanto del loro lavoro.

Ogni governo adesso si arroga il diritto di determinare quali persone possono vivere all’interno dei suoi confini, con il risultato che migliaia di persone, anzi centinaia di migliaia, vengono letteralmente espatriate. Costretti a lasciare il paese in cui vivevano in quel momento, vengono costretti a vagabondare per il mondo, il loro destino messo alla mercé di qualche burocrate a cui viene assegnato l’autorità di decidere se si ha il permesso di entrare nel "suo" paese. (....) Cacciati di posto in posto, spostati di qua e di là nella ricerca di un luogo in cui gli è permesso respirare, non sono mai sicuri che non arriverà l’ordine di spostarsi e di andare di nuovo da un’altra parte, dove un medesimo destino li aspetta. Esseri Erranti, questi sfortunati, vittime di una strana perversione della ragione umana che osa dubitare del diritto di una persone ad esistere.
"Una donna senza nazione" Emma Goldman

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